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Attenzione: questo è il secondo di quattro capitoli della saga creata da Gianbattista Aicardi sullo ZX Spectrum. Potete anche leggere la scheda del primo Sire Fire.
Il secondo episodio della saga di Sire Fire differisce molto dal primo. Pur mantenendo la stessa struttura del gioco presenta delle novità e un modo diverso di far agire il giocatore. Si parte in una landa sperduta e subito ci si accorge che la qualità delle illustrazioni si mantiene molto buona.
Rispetto al primo capitolo, Sire Fire 2 ha meno luoghi da visitare e questo da un lato è un bene. E' comunque consigliabile annotare su carta i propri spostamenti, per velocizzare le operazioni ed evitare di perdersi. Un'altra differenza che balza all'occhio rispetto al gioco precedente, è il numero maggiore di azioni che bisogna compiere.
L'avventura ci porta presto a scoprire il nostro scopo: dovremo trovare il modo di sconfiggere una strega malvagia. Ho trovato molto originale il modo in cui viene svelata la missione da compiere: in perfetto stile fantasy, direi! Il gioco stesso offre indizi importanti, lasciando al giocatore il compito di effettuare la ricerca di ciò che occorre. In questo modo non ci si trova mai o comunque raramente nella spiacevole sensazione di non sapere cosa fare.
Mentre giocavo (o forse è più opportuno scrivere rigiocavo) mi sono imbattuto in una creatura decisamente poco amichevole e molto ben disegnata. Ed ecco la novità forse più importante: rispetto al primo capitolo sono stati introdotti suoni e animazioni quando capitano eventi particolari. Nel caso specifico, la creatura muove la testa e poi emette un verso a metà strada tra un grido e un mugugno. Questo accresce sicuramente l'atmosfera.
Dopo aver sconfitto la creatura, non avendo le direzioni indicate e non ricordando da dove ero entrato (Nord? Sud? Est? Oppure Ovest?), ho scelto una direzione a caso. A quel punto la creatura si è rialzata in piedi e mi ha ucciso. Se avessi saputo in che direzione era l'uscita, non avrei sbagliato. Allo stesso tempo, però, è originale l'idea di non far morire del tutto l'avversario.
L'inventario riveste un'importanza maggiore rispetto al primo gioco, dove gli oggetti erano pochi e non era necessario controllarli. Qui si parte subito con una borraccia in nostro possesso e se non avessi digitato da tastiera il comando " I " (che sta per inventario), non me ne sarei accorto.
Il gioco non presenta enigmi complicati, ma saper gestire ed esaminare l'inventario è fondamentale in un paio di occasioni. Più che di enigmi da risolvere quindi, si deve parlare di gestione degli oggetti. Questo può essere sia un bene che un male, a seconda delle aspettative del giocatore. Personalmente, nell'insieme, trovo questo approccio positivo, anche se mi sarebbe piaciuto imbattermi anche in qualche enigma più complesso.
Andando avanti nel gioco, ho riscontrato un bug. A un certo punto è necessario recarsi in un luogo e utilizzare un oggetto specifico, ma se ci si arriva in anticipo senza possedere tale oggetto, si rimane bloccati e non c'è possibilità di tornare indietro. In questo caso è necessario impartire da tastiera il comando "STOP", che serve a riavviare da capo la partita. Nulla di grave, ma sarebbe stato preferibile far morire il personaggio e riavviare in automatico la partita piuttosto che lasciarlo bloccato.
Il gioco è molto piacevole, e come il precedente ha riportato a galla diversi ricordi piacevoli della mia infanzia, quando ci giocai per la prima volta. Ci si cala perfettamente nel ruolo, complice il mix perfetto di grafica, descrizioni testuali perfette e ora anche suoni e animazioni a tema.
A parte i due difetti citati, l'unico vero aspetto negativo sembra essere di nuovo la brevità dell'avventura. Questa però deve essere stata una scelta precisa dell'autore, anche perchè l'intera saga è composta da quattro capitoli.
Sire Fire 2, come tutti i giochi di Aicardi, fu pubblicato dalla rivista Load'n'Run. Ricordo che nel numero che ospitava questo capitolo veniva svelata un'azione da compiere, probabilmente perchè ritenuta non immediata da scrivere a livello di sintassi. In onore di tale rivista e di coerenza, riporto il consiglio della redazione dell'epoca, usando parole mie.
In una fase avanzata dell'avventura occorre porgere un certo oggetto a qualcuno. La sintassi corretta è:
Do' la collana alla contadina (ovviamente sostituendo "collana" e "contadina" con le parole opportune). L'accento è obbligatorio, così come uno spazio prima dell'articolo.
Vale sicuramente la pena di cimentarsi in questa piacevole avventura, che se da un lato perde un po' del "coinvolgimento irrazionale" del primo capitolo, dall'altro guadagna sia atmosfera - con animazioni e suoni a tema - che longevità (nonostante la brevità) attraverso l'uso maggiore degli oggetti.
Nell'epoca dei videogiochi dalla grafica spettacolare in 3D questo gioco sarà anche antiquato nella grafica e nella struttura, ma esattamente come un bel libro, giochi come questo stimolavano la fantasia e l'immaginazione del giocatore e lasciavano qualcosa di bello da ricordare. E lo fanno ancora bene...
Dal terzo capitolo, la saga prosegue con il nome Thunderland.
Recensione pubblicata in data 27/04/2023
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