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Questo videogioco di G.B. Aicardi, come si può facilmente intuire dal titolo, è ambientato in un castello.
Lo scopo è molto semplice: uccidere un mago malvagio. Si tratta di un'avventura testuale senza alcuna trama, ma con solamente lo scopo da raggiungere.
L'impatto iniziale non è stato dei migliori. Il castello è un labirinto di corridoi infiniti, intervallati da alcune stanze.
E si nota subito uno dei difetti del gioco: la grafica è semplice ma gradevole, ma le illustrazioni sono davvero poche e si ripetono spesso.
Peccato.
Ci ho messo davvero molto per capire la disposizione delle (poche) stanze presenti nel gioco. La maggior parte del tempo, infatti, l'ho passata a girovagare per i corridoi, in cerca di qualcosa.
Ho provato a disegnare su carta una mappa del castello, ma essendoci quasi esclusivamente corridoi, la cosa non è facile e comunque certe stanze non riuscivo a localizzarle bene.
Mi sono imbattuto quasi subito nel mago e ho preferito evitare azioni avventate. Solo più tardi mi sono accorto che, a parte un preciso luogo e situazione, non si può morire in questo videogioco.
Il livello di diffcoltà è medio-basso per chi è esperto di avventure testuali. Il gioco risente di due problemi che metteranno in seria difficoltà chi non le gioca spesso e che daranno qualche grattacapo a tutti gli altri.
Il primo ostacolo è l'osticità del parser. Occorre infatti digitare le azioni con tutti gli articoli e preposizioni, per evitare la classica risposta "Non puoi farlo". Anche gli apostrofi non devono mancare.
Ecco quindi che "Esamino tappeto" non porterà a nulla, mentre "Esamino IL tappeto" funzionerà. I neofiti delle avventure testuali possono incontrare molte difficoltà a costruire le azioni alla tastiera.
Il secondo problema è capire come strutturare alcuni comandi. La frase a volte è lunga ("Uccido il tizio con..."), mentre altre volte è corta "Uso l'oggetto".
Una cosa che invece ho apprezzato, anche se aumenta il livello di difficoltà, è che non è possibile esaminare solo gli oggetti elencati, ma anche le stanze in generale. Ciò porta a trovare oggetti nascosti. Da notare poi la totale assenza di aiuti.
Dopo un po' che girovagavo ho trovato un'oggetto, ma non riuscivo a prenderlo. Poi ho capito che tutti i comandi vanno tassativamente digitati in prima persona. Da quel momento in poi, ho iniziato ad apprezzare di più il gioco.
Dopo aver preso i primi due oggetti e aver capito più o meno in quali aree sono disposte le stanze, ho iniziato a divertirmi e, finalmente, a ragionare per bene su cosa fare.
C'è stato un momento in cui non sapevo più cosa dovevo fare con gli oggetti trovati. Questo è un bene perchè mi ha spinto a pensare per farmi venire in mente nuove idee. Devo dire che un paio di oggetti mi avevano depistato sul loro possibile utilizzo.
Apprezzabile anche il fatto che ci sia un enigma da risolvere in maniera non proprio convenzionale. Inizialmente, pensavo mi mancasse un oggetto importante per compiere un'azione che sembrava ovvia, ma poi ho provato diversamente e mi è andata bene.
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Un altro pregio del gioco è che quando si inizia a capire bene come procedere, si inizia ad immedesimarsi nell'avventura, anche grazie ad alcune descrizioni di luoghi e oggetti. L'atmosfera medievale infatti, pur non essendoci una trama, si sente e spinge a proseguire.
Il mio divertimento, alimentato anche dall'ambientazione (un bel castello medievale con un mago malvagio fa sempre un certo effetto!) è però durato poco. Il gioco è piuttosto breve ed è un peccato, perchè l'autore era riuscito a creare un gioco semplice ma comunque apprezzabile nonostante i difetti citati.
The damned castle nasce come gioco potenzialmente molto bello. Peccato per le illustrazioni ripetute, il parser rigido e soprattutto la brevità dell'avventura.
Rimane comunque un gioco gradevole da provare per svagarsi.
Recensione pubblicata in data 08/07/2023
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